Che cosa si intende per “dipendenza affettiva”?
La paura a volte ci ingabbia…ci può portare ad accettare situazioni poco soddisfacenti, ma che appaiono meno minaccianti rispetto cambiamenti più profondi. E’ proprio questa emozione che spesso troviamo alla base di rapporti sentimentali in cui uno dei due partner – pur di mantenere salda la relazione con il compagno/a – scende a compromessi molto “deprivanti”, adattandosi al volere dell’Altro (o a quello che presume essere il suo volere). La paura a sua volta si nutre di vissuti di disistima/inadeguatezza, di visioni poco possibiliste che non fanno vedere alternative o vie di uscita, di abitudini ormai consolidate o di costrutti che ci impongono di vivere secondo determinati modelli che anche quando stridono con i nostri bisogni. Quando alla base di una relazione c’è il bisogno di “colmare” un vuoto, la vita di coppia non è tanto una scelta arricchente per entrambi quanto una necessità per stare a galla e…proprio in questa prospettiva si può arrivare ad abbandonare le parti più vere del proprio Sé pur di tenere in vita questo legame considerato salvifico.
Si arriva perfino a tradire se stessi pur di non arrecare dispiacere all’Altro, adottando comportamenti aderenti alle altrui aspettative, ma lontani dal proprio sentire. Svelarsi in modo autentico appare troppo pericoloso, perché i pericoli in agguanto sono due: apparire per quello che si è, con il rischio di non essere accettati o portare la propria verità rendendo evidenti alcuni difficoltà di funzionamento della coppia stessa (che si scopre poco capace, per esempio, di fare i conti con la differenziazione dei due partner o con l’adattamento a nuovi equilibri). Si preferisce quindi adottare comportamenti artificiali per mantenere lo status quo o per ottenere guadagni affettivi (apprezzamento, armonia, riconoscimento). Si tratta però di un ritorno che spesso non scalda e non nutre o che sul momento sazia, ma che poi lascia un retro gusto molto amaro. A lungo andare porta la persona a perdere il contatto con il proprio Sé o a convivere con uno stato di insoddisfazione che penetra ogni esperienza. In queste situazioni spesso è il corpo a “urlare” la propria verità; tante manifestazioni somatiche quali gastrici croniche, asme bronchiali, cefalee o dermatiti spesso sono sfoghi di un malessere che ha origine psicologica. Anche esperienze dolorose come gli attacchi di panico possono essere letti come campanelli di allarme che segnalano una situazione di malessere di questo tipo. In altri casi, invece, si assiste ad un effetto accumulo che porta poi la persona a “scoppiare”, con forme di sofferenza dirompenti, che ricordano il cedimento di una diga, costituita da comportamenti collusivi che hanno arginato anni di non autenticità.
Presso il Centro di Psicologia Clinica di Milano si rivolgono spesso persone che vivono rapporti di coppia di questo genere. Rivolgersi a specialisti rappresenta un primo passo molto significativo poiché testimonia che la persona contatta la necessità di fare qualcosa per Sé e per la propria coppia. Difatti rapporti armoniosi e sereni ma che si reggono su verità celate sono solo apparentemente solidi e rassicuranti. Un rapporto vero è quello in cui è possibile essere se stessi permettendo all’Altro di fare altrettanto, per trovare insieme spazi e progetti comuni in cui le due individualità convergono verso un “noi” che non annulla, ma anzi nutre le due singole persone.
Chi per troppi anni ha adottato modalità compiacenti viene supportato nel riconoscere e dare legittimità ai propri bisogni e pensieri, per poi trovare modalità utili per portarli in modo assertivo nella coppia. Inevitabilmente il sistema coppia si trova a vivere uno tzunami, sfidato nel ridefinire nuovi assetti. Sulle prime battute questo atto di svelamento può apparire dirompente ed essere percepito come un tradimento . Ma è proprio questa la strada perché i due partner possano costruire una vita di coppia fatta di una felicità autentica, magari meno luccicante ma più vera e sostenibile. Nel Centro viene offerto un supporto psicologico per facilitare la costruzione di un rapporto realmente intimo dove nessuno soffoca o sacrifica il proprio Io e dove c’è spazio per mostrare anche le proprie vulnerabilità, in un clima di reciprocità ed accettazione empatica.
Per ulteriori approfondimenti leggi anche: “dipendenza affettiva”
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