M., sposata da 5 anni e mamma di due bimbi, si rivolge al Centro Psicologia Clinica a distanza di tre mesi dalla nascita del secondo figlio, chiedendo aiuto rispetto a problematiche riconducibili ad una crisi di coppia. “Dopo la nascita del primo figlio, le cose con mio marito erano andate piuttosto bene mantenendosi nel complesso positive, mi sembrava fossimo stati capaci di trovare un equilibrio sia come genitori che come coppia, mentre ora non abbiamo più spazi per noi, si litiga per piccole cose o per le preoccupazioni economiche, e la nostra relazione affettiva risulta sfibrata e logorata; mi chiedo se ci stiamo perdendo, e vorrei capire meglio questi miei vissuti.
Se diventare genitori è stato già attraversato, sono stati già esplorati ed interiorizzati i comportamenti concreti e le attenzioni che un neonato o bambino richiede ai genitori, ed i nuovi equilibri che la coppia deve trovare, allora che cosa può generare difficoltà e crisi in una situazione di questo tipo?
Diventare quattro in una famiglia costituisce un cambiamento ed un passaggio significativo, sebbene non “dirompente” quanto quello a tre (vedi articolo), della nascita del primo figlio, e richiede un nuovo riassetto degli equilibri all’interno della coppia di genitori.
Il numero quattro ricorre anche in un ricerca statunitense (condotta dall’Università del Michigan e pubblicata nel 2015 sulla rivista Couple and Family Psychology: Research and Practice): i risultati di questo studio ribaltano quanto affermato da precedenti ricerche le quali sostenevano che la soddisfazione coniugale tenda a diminuire a seguito della nascita di ciascun figlio. Lo studio ha monitorato oltre 200 coppie di coniugi dall’ultimo trimestre di gravidanza fino a un anno dopo la nascita, evidenziando mediamente un tempo di circa quattro mesi per recuperare nuovi equilibri dopo la nascita del secondo figlio e superare il momento di crisi iniziale.
La ricerca dà quindi segnali positivi per la coppia in crisi, superato il primo periodo critico e di riassestamento. Se nei mesi successivi i vissuti di insoddisfazione reciproca però risultassero ancora predominanti, sarebbe utile approfondirli. Potrebbe ad esempio esserci stata una difficoltà o crisi poco esplicitata ed elaborata da uno o entrambi i coniugi a valle della nascita del primo figlio, che emerge in questa fase.
Quali sono le difficoltà più spesso segnalate, e come gestire la crisi di coppia
- Un primo aspetto riguarda il tema degli spazi per sé e per la coppia: se con un figlio solo non è un’acrobazia ricavarsi degli spazi come coppia, con due la faccenda può diventare più complicata. Qui il suggerimento rimane sempre quello di farsi aiutare, da altri famigliari, amici o personale dedicato, per mantenere con continuità uno spazio “altro” rispetto a quello dell’essere mamma e papà.
- Altri elementi di rilievo riguardano la consapevolezza e le aspettative relative all’impatto dell’allargamento della famiglia che i coniugi/partner hanno avuto modo di elaborare e condividere: se il secondo figlio è stato voluto più “per dare un fratellino/sorellina al/alla primogenito/a”, o come desiderio di uno solo dei coniugi, sottovalutando la reale portata – ad esempio sul piano economico e del nuovo impegno da immettere. Quest’area è molto utile da considerare ed elaborare in ottica di prevenzione della crisi di coppia.
- Ultimo aspetto, guardando al futuro: nella famiglia “a 4” col passare del tempo possono cambiare le relazioni e relative percezioni tra coniugi e figli, es. l’instaurarsi di “alleanze” tra un genitore e un figlio, ed i figli stessi, crescendo, possono “giocare” su tali aspetti, cercando di manipolare i genitori, o uno dei due nei confronti dell’altro.
- E’ utile ricordare, per concludere, che non sono i figli la causa dei litigi nella coppia (parafrasando D. Novara), ma questi ultimi costituiscono spesso un buon pretesto per far emergere lati emotivi di ciascuno dei partner, tanto da far slittare del tutto sullo sfondo il coniuge e la relazione di coppia.
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Per ulteriori approfondimenti: Il rapporto di coppia dopo la nascita di un figlio