Questo articolo è tratto dalla serata del 27 febbraio 2018 tenuta dalla Dott. Christian Colautti sul tema del “Tra lavoro e realizzazione di sé: (ri)progettare il proprio futuro professionale” , all’interno del ciclo di incontri gratuiti con la psicologia “I martedì del Polo”, organizzati dal Polo Saronnese di Psicologia.
“Sono stanco di una vita lavorativa che non mi soddisfa, come posso fare per cambiare lavoro?” Tutti noi veniamo al mondo come progetto e la relazione che ci lega al nostro lavoro – lo spirito con cui ogni giorno ci approcciamo al lavoro – alimenta il nostro progetto di vita, quello che noi siamo, quello che ci definisce come persone prima che come professione.
Per cambiare lavoro dobbiamo fare i conti sia con il nostro desiderio, cioè la voglia di “stare nel mondo” esprimendo noi stessi anche nel nostro lavoro, ma anche con le nostre capacità: i nostri risultati, personali e professionali, hanno probabilità di successo se sono sostenuti da motivazione (il desiderio di…) e se tengono in conto le nostre abilità.
Cambiare lavoro: dal concepimento alla realizzazione del progetto
Concepire un progetto e realizzarlo sono fasi distinte. Le idee abbozzate sono comunque preziosissime. Non buttiamoli via troppo in fretta, prima ancora che siano debitamente formati, ma al contempo non dobbiamo avere paura di dargli una forma troppo perfetta. Come in tanti altri momenti della nostra esistenza contemporanea anche in questo caso ci verrà utile la capacità di stare nell’incertezza, di cullare il progetto finché non sarà pronto ad essere realizzato.
Come passare dal dire al fare? Grazie al supporto delle reti di relazione, le relazioni importanti sono quelle che ci hanno danno vita, che ci motivano e che ci supportano nelle nostre decisioni. È importante però “tenerle curate”. Farlo richiede fatica, ancor più se per (ri)progettarsi occorre ridisegnare e riassestare le proprie reti familiari perché ci facciano un po’ di spazio per inserirci senza sgomitare o rinunciare ad un pezzo del nostro progetto.
Per sostenere il nostro progetto bisogna quindi alimentare la speranza, e proprio in questo passaggio il nostro network di relazioni diventa fondamentale. Darci valore significa offrirci agli altri (aziende, responsabili, altri per noi significativi) non per quanto siamo bravi a fare qualcosa ma mostrando in cosa noi possiamo essere utili per realizzare i loro obiettivi.
Come può essere d’aiuto lo psicologo?
Un lavoro psicologico può essere di sostegno nel momento in cui si ha la volontà di cambiare lavoro, sia nella riprogettazione del desiderio, sia nella messa in pratica, sia nella tutela del nostro network di relazioni importanti; permette di diventare più competenti in materia di noi stessi, di essere coscienti dei nostri punti di forza e di debolezza, di capire come ci comportiamo solitamente nelle relazioni con gli atri. Un lavoro psicologico e un Coaching operativo possono supportare la fase di realizzazione del progetto, possono aiutare a declinarlo in obiettivi concreti, ci permetterebbero di capire quali azioni ci stanno mettendo sulla buona strada nella realizzazione del nostro desiderio.
Non dobbiamo farci spaventare dalla paura di non arrivare infondo a dove il nostro desiderio sembra volerci portare: il desiderio è importante perché è vita, energia che ci mette in moto e sostiene lungo la strada del cambiamento.
Per fissare un primo appuntamento o anche solo ricevere informazioni è possibile telefonare o inviare una mail alla segreteria centrale, riferimento per le sedi di Saronno, Tradate e Milano:
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